top of page
Immagine del redattorefrancesco scarponi

IL VALORE DI UN SOGNO


Quanto siamo disposti a sacrificare o anche solo a spendere per inseguire e realizzare un sogno? Forse le domande che in ordine logico vengono prima potrebbero essere…..sappiamo cosa sognare? Abbiamo un sogno da inseguire? Un mio insegnante, uno di quelli che lascia il segno non solo per le nozioni comunicate ai corsi, ma soprattutto per il valore umano che sa esprimere, una volta mi ha detto che si inizia ad invecchiare veramente quando non si hanno più né sogni né progetti a cui dedicarsi. Ebbene la visione di un film mi ha davvero fatto riflettere in merito: se mi guardo indietro io ho avuto la fortuna di avere sempre tanti sogni da inseguire, per quanto talvolta potessero essere un po’ strampalati o addirittura a posteriori manifestamente non costruttivi per me. Eppure ciò che mi è rimasto impresso è un grande modello comportamentale da applicare: dedicarsi anima e corpo a un qualcosa che in un determinato momento si ritiene debba essere lo scopo primario della propria vita. Non è possibile qualificare i sogni, belli, brutti, importanti o superficiali: ognuno ha il o i propri sogni, ed essi fanno si che mente, spirito e corpo mettano in atto uno schema ben preciso, tutto cioè diventa funzionale a costruire la propria realtà desiderata. Sebbene durante i miei studi liceali fossi tutt’altro che un brillante studente di fisica, negli ultimi anni sono affascinato dai ragionamenti che caratterizzano la meccanica quantistica: ciò che tanti saggi illuminati nel corso dei millenni hanno espresso riguardo i propri pensieri forma, riguardo alla necessità di immaginare in maniera vivida la realtà che vorremmo vivere, in fisica quantistica è stato suffragato da esperimenti meravigliosi e incontestabili anche dal punto di vista scientifico. Siamo noi i creatori della nostra realtà. Le obiezioni in merito sono sempre numerose e spesso stizzite: “ma io vivo quotidianamente disgrazie e sfortune varie!!!”…….. “Figurati…...dipendesse da me io vivrei da nababbo e invece eccomi qui a lottare quotidianamente con le avversità della vita!!!”. Ammetto che non è un discorso né facile né semplice, tuttavia desidero richiamare l’attenzione sul fatto che una predisposizione mentale ed emotiva bloccata dalle avversità non può portare lontano, o meglio non può fare altro che reiterare gli schemi disfunzionali che ci hanno portato fino a un certo punto. La sfida allora diventa proprio quella di cambiare prospettiva, allargare la propria visuale, alzare lo sguardo distogliendolo dalla pletora di problemi e iniziare pian piano a volare più in alto. Tutto questo nel mio lavoro quotidiano a contatto con le persone si traduce nel suggerire e sostenere un cambiamento radicale, soprattutto nell’atteggiamento corporeo: penso che quasi nessuno di noi abbia la capacità di vivere in un corpo rilassato, armonico e vitale nel momento in cui la mente e il nostro centro emotivo siano abbattuti, scarichi ed eccessivamente stanchi!!! Ecco quindi che la formulazione di un sogno, piccolo e apparentemente insignificante aiuta, porta fuori da un loop abituale che magari sembra ineluttabile. E’ incredibile il potere che ha la mente sul nostro corpo, come essa in risposta a uno stimolo virtuoso possa creare una cascata di ormoni della gioia, della rilassatezza che inevitabilmente hanno riflessi positivi sulla nostra salute fisica!!! Corro il rischio di ripetermi…..non è né semplice né facile, soprattutto perché le parti più arcaiche del nostro cervello sono abituate a ripetere all’infinito schemi e modi di pensare e re-agire che fino a un dato momento ci hanno permesso di sopravvivere. La presa di coscienza, la costruzione di una consapevolezza nuova, la voglia di riprendere in mano quello che non ci piace e cambiarlo…...ecco alcuni dei tanti strumenti possibili e utili al fine di vivere meglio!!!! Sono azioni immediate? Sono decisioni rapide da prendere? Assolutamente no, ma alla lunga sono inevitabili, e prima si comincia e meglio è!!! Un punto di partenza tra i tanti possibili potrebbe essere iniziare a vivere un’esperienza sensoriale che metta in armonia la propria mente e il proprio corpo, per esempio una passeggiata nella natura. Semplicissimo, vero? Quasi banale, anzi. Ma proviamo a vivere questa esperienza in solitudine, senza mezzi di comunicazione in mano, senza avere una scadenza temporale, mantenendo costantemente la propria attenzione sulle percezioni corporee più varie: mantenere la presenza e la consapevolezza su tutti i movimenti corporei, accorgersi dei suoni che arrivano dall’esterno rimanendo però in ascolto primario del nostro respiro…… In queste situazioni spesso e volentieri emergono dal nostro cuore emozioni e sensazioni che talvolta abbiamo dimenticato da troppo tempo, e soprattutto nel momento in cui realizziamo uno spazio di libertà tutto nostro ecco che arriva la formulazione di un sogno. E’ incredibile accorgersi di quelle che in fisica quantistica si chiamano Sincronicità: situazioni, “coincidenze”, segnali esterni comprovanti il fatto che finalmente ci si trova sulla strada giusta. Una delle risposte che mi dà più da pensare è quando alla domanda su cosa si desidera realmente dalla propria vita, cosa si è realizzato di bello per se stessi negli ultimi giorni/ settimane, le persone dicono…...nulla…...non lo so…...sono tropo preso dal mio “pilota automatico di sopravvivenza” per pensare e individuare quello che amo. Tutto ciò ahimè non è indifferente per il nostro benessere fisico, perchè nel momento in cui c’è uno scollamento profondo tra ciò che effettivamente desideriamo per la nostra vita e ciò che quotidianamente invece abbiamo l’obbligo di realizzare, il corpo manifesta prima o poi grandi e piccoli disagi. Forse anche un modus vivendi più sostenibile e amorevole per se stessi può essere considerato facente parte di una politica di prevenzione dei malanni, forse impiegare energie e pensieri per la costruzione di un sogno può far accantonare o addirittura dimenticare le avversità quotidiane. Perchè non tentare? Un dato certo a mio parere è che vivere per un sogno non ha controindicazioni e l’unico effetto collaterale possibile, alla lunga, può essere solo un aumento vertiginoso del proprio tasso di felicità. E se poi il sogno non si realizza? Mi rimarrà certamente la gioia di averci provato e la soddisfazione di aver messo in atto qualcosa solo e unicamente per me.

53 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page